Arlecchino e Colombina

                                                       
                                                                    Arlecchino
 
Cinquecento anni fa gli attori della commedia dell’ arte crearono le maschere personaggiodestinato al teatro, fù così che da interpretazione che intendevano esprimere caratterialmente il  servo sciocco o personaggi più astuti ed intriganti,  nacquero maschere come Arlecchino, Pulcinella e Brighella.  I personaggi della commedia d'arte si modificarono nel tempo dando luogo alle attualità personalità delle maschere, quasi tutte di sesso maschile, tranne Teresina e Colombina.
L'introduzione delle donne in scena fu per l'epoca una delle novità più importanti, e  scandalose, della commedia dell'arte professionistica.

Pulcinella rappresentava nelle compagnie comiche dell'Italia centromeridionale l'alter ego del bergamasco Arlecchino ossia il personaggio del servo sciocco, colui che nel linguaggio della commedia dell'arte veniva definito col nome di secondo "zanni", in opposizione al primo "zanni" che era invece il servo arguto, in Goldoni rappresentato da Brighella. Alla fine del Cinquecento l'antico Zanni, si era sdoppiato nei due ruoli di servo arguto e servo sciocco (primo e secondo zanni). la struttura delle compagnie teatrali del 500 era più o meno la seguente:

Primo vecchio:" Pantalone"
Secondo vecchio: Dottore in genere Balanzone
L'Innamorato (figlio del primo o secondo vecchio)
L'Innamorata (figlia dell'altro dei due)
Primo Zanni: rappresentato da un servo arguto di uno dei due vecchi
Secondo Zanni: rappresentato da un servo sciocco di uno o l'altro vecchio
Questa era la struttura base e a  seconda delle trame o delle compagnie, si aggiungevano delle parti mobili, anche molto importanti, come quelle del Capitano, della Servetta o della Cortigiana.
Spesso le coppie d'innamorati si raddoppiavano e spesso nei canovacci si trovano anche i personaggi di primo e secondo Innamorato e prima e seconda Innamorata.





In teatro mantennero a lungo la loro presenza e gradimento,in molti casi l'interpretazioni i ruoli e i testi esprimevano una ben mirata satira politica, finchè il declino della Commedia dell’ Arte li allontanò pian piano dai palcoscenici per limitare la loro presenza nei teatri dei burattini e nelle sfilate di carnevale. i primi interpreti del personaggio di Arlecchino nella commedia dell'arte, furono, nel 500, due fratelli Tristano e Drusiano Martinelli, che recitavano nella compagnia "gli Accesi".

Arlecchino e Colombina


Arlecchino tra le sue origini  in Bergamo, infatti è una famosissima maschera bergamasca, il cui nome, deriverebbe dal francese antico Hellequin, un diavolo buffo presente nelle leggende medievali, anche se sembra che l'origine primaria derivi dal tedesco Hölle König (oswsia re dell'inferno), ma  l'attuale personaggio di Arlecchino, non ha proprio nulla di demoniaco e infernale, anzi, è allegro e chiacchierone.
Nel XVI secolo  divenne la maschera piu’ popolare del Teatro dell’Arte italiano; al ben noto abito multicolore aggiunse una maschera nera sul viso, un gran cappello bianco, una borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno dal nome batocio.
Sui libri di testo delle scuole, si narrano molte storie su di Arlecchino, una tra le tante racconta che le origini del suo abito siano riconducibili al fatto che, essendo molto povero, non poteva permettersi un vero abito, per cui sua madre, escogitò un modo per riuscìre a realizzargli un bel vestito, si fece regalare da altre donne dei ritagli di stoffa avanzata e unendo i tanti piccoli scarti  racimolati  in giro riuscì a realizzare un bel vestito multicolore, allegro e caratteristico di questa maschera carnevalesca.
Caratterialmente, agli inizi, Arlecchino  personificava il servo lazzarone e truffaldino, un mezzano cinico, ma  in seguito, soprattutto con la commedia di Carlo Goldoni, si trasformo’ nel popolano malizioso ed intrigante, simpatico ed infondo, onesto sensato e burlone, intendiamoci Arlecchino non é affatto uno stupido; probabilmente un pò ingenuo, ma molto ricco di fantasia e immaginazione, e di tanto in tanto, un pò sciocco.
Di sicuro non è un lavoratore, ama perdere temo e bighellonarsi, fra Arlecchino ed il lavoro c'é una profonda incompatibilità, ma in compenso è un abile oratore, i suoi lazzi, le sue battute, le sue ingenue spiritosaggini, fanno ridere a crepapelle tutti quanti. Quando  non sa come cavarsi da un impaccio,  Arlecchino diventa un  abile maestro nel far funzionare le gambe, tra capriole, piroette e salti acrobatici, distrae i suoi interlocutori.
Molto  vivace e scanzonato, pieno di brio e di trovate, Arlecchino è sicuramente fra tutte le maschere italiane, quella che suscita maggior simpatia.
Ancora oggi, sui palcoscenici dei teatri o nel mezzo di una festa di Carnevale, incanta e diverte il pubblico, di tutte le età.

La fidanzata di Arlecchino è Colombina, nelle rappresentazioni spesso oggetto di attenzioni da parte del padrone Pantalone, la qual cosa provoca la gelosia in Arlecchino. Il personaggio della Servetta era stato comunque uno dei ruoli presenti nella commedia dell'arte fino dalle origini sotto i nomi più svariati, la Servetta più antica risale alla metà del '500 e compare, con il nome di Franceschina o Francesquine nelle incisioni della Raccolta Fossard una delle principali testimonianze iconografiche della commedia dell'arte. Fra gli altri nomi della servetta vanno citati Corallina, interpretata sempre in Francia, da Anna Veronese figlia del capocomico Carlo Veronesi, Ricciolina, compare già alla fine del '500 nella Compagnia dei comici Gelosi interpretata da Maria Antonazzoni, Spinetta, Smeraldina che appare in Carlo Gozzi, ne "L'amore delle tre melarance e ne Il servitore di due padroni", e fra le prime commedie scritte da Goldoni la troviamo talvolta come Arlecchina.Il personaggio di Marionette che compare nella Vedova scaltra di Goldoni è la versione raffinata e definitiva di Colombina.
Nelle prime rappresentazioni della Commedia dell'Arte non esiste nessuna attrice con il nome Colombina, la vera Colombina ha debuttato soltanto alla fine del '600 nel teatro parigino della Comédie-Italienne.


Arlecchino e Colombina


 
 




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