Il carnevale e le sue maschere



Il carnevale inizia 40 giorni prima di Pasqua e termina il  Martedì grasso ossia, il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri.
 Il carnevale rappresenta un periodo di gioco e mascheramento sia per i più piccoli che per gli adulti un momento di festa e divertimento che coinvolge tutto le classi sociali.
 Durante il 1970, il governo italiano ha deciso di rilanciare la storia e la cultura di Venezia, tramite il carnevale, oggi, circa 100.000 si recano  a Venezia ogni giorno per il Carnevale. Uno degli eventi più importanti è il concorso per la migliore maschera che si svolge l'ultima settimana del Carnevale. Un altro importantissimo carnevale, conosciuto in tutto il mondo è il Carnevale di Viareggio".
Al carnevale sono legate tradizioni, maschere e dolci, in molte località italiane si organizzano feste in piazza con sfilate di carri allegorici, a cui, nonostante il freddo, partecipano migliaia di persone.
Maschere di tutti i generi, tradizionali e moderne sfilano per le strade in un atmosfera di allegria festa e divertimento.
La commedia dell'arte del 500 ha dato vita ad un gran numero di maschere di carnevale:

                                                              Pulcinella
Pulcinella: Il personaggio di Pulcinella ha avuto origine nella commedia del 17° secolo, il suo nome sembra derivare da pulcino in quanto, il personaggio presenta una maschera con naso molto accentuato, come il becco di un pulcino, ma per alcuni deriva dal nome di un contadino di Acerra,  ritratto in un celebre dipinto, attribuito a  Annibale Carracci, e in effetti caratterizzato da un naso lungo. Pulcinella  è uno dei personaggi più conosciuti e simpatici del carnevale, ha dato vita a un innumerevole quantità di marionette e burattini.

Arlecchino: Arlecchino è una famosissima maschera bergamasca, il cui nome, deriverebbe dal francese antico Hellequin, diavolo buffo delle leggende medievali, ma l'origine primaria deriva dal tedesco Hölle König (re dell'inferno), anche se l'attuale personaggio di Arlecchino, non ha proprio nulla di demoniaco e infernale.  Nel XVI secolo Arlecchino divenne la maschera piu’ popolare del Teatro dell’Arte italiano; all’abito multicolore aggiunse una maschera nera sul viso, un cappello bianco, una borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno dal nome batocio.Sposo o fidanzato della bella Colombina.

                                                   Arlecchino e Colombina

Colombina: Colombina è una servetta molto affezionata alla sua signora Rosaura, entrambi giovani e graziose, e pur di rendere felice al sua padrona, è disposta a combinare imbrogli su imbrogli, mentre  con i padroni, vecchi e brontoloni, non va molto d’ accordo. Ha un carattere deciso ed è capace di schiaffeggiare senza pensarci su chi osa importunarla mancandole di rispetto.  Abitualmente non porta la maschera e indossa una cuffia e un vestito a strisce bianche e blu che spiccano sulla gonna blu e sulle calze rosse.  Ha il grembiule a balze e sul lato e’ arricchito da un fiocco rosa.  Sulla fibbia delle scarpe è presente un fiocchettoazzurro. Colombina è la fidanzata di Arlecchino.


                                                              Pierrot

Pierrot: indossa un  cappello nero aderente al capo, un ampio abito bianco costituito da una casacca con grande colletto ed enormi bottoni neri, maniche larghe, un ampio pantalone, mentre  il viso risulta dipinto di bianco, caratteristica tipica dei mimi,  spesso ritratto con gli occhi truccati e messi in risalto da una sottile croce nera  sempre presente la caratteristica  lacrima che riga una gota del personaggio, mentre la bocca risulta di piccole dimensioni e  dipinta di un rosso acceso. Le calzature sono rigorosamente bianche, talvolta presenti anche su di esse, dei grandi bottoni neri.
caratterialmente il  personaggio di Pierrot è intelligente, sentimentale, furbo e molto romantico, la sua indole e la sua espressività emergono, in maniera preponderante, dagli atteggiamenti coadiuvati da un trucco ben curato ed incisivo, le sue origini di personaggio di mimo, sono conservate in modo fedele.
esto personaggio è di sicuro il più triste e romantico sognatore.


                                                          
                                                           Balanzone

Balanzone:  E' un "sapiente" brontolone, in testa ha un grande cappello nero a larghe falde; indossa una toga lunga e nera, il panciotto e i pantaloni neri.  Ha un merletto bianco sui polsi e, sul collo, un bel colletto di pizzo.  Porta le calze bianche e delle scarpe nere con una grande fibia. Originario di Bologna.

                                                            
                                                             Pantalone

Pantalone:  maschera tipicamente veneziana;  molto semplicementenell'abbigliamento, ai piedi porta le pantofole; ha un camicione e una calzamaglia rossi con un colletto bianco, sopra indossa un mantello nero.  Indossa una maschera sul volto e una cinta alla vita.  In testa ha una cuffia aderente che sembra un tutt’uno con la maschera. Caratterialmente è un vecchio nervoso, brontolone e avaro.
                                                            
                                                               Brighella

Brighella: originario di  Bergamo è un  servo buffo e intrigante e molto astuto.  Vivace e insolente con le donne, chiacchierone coraggioso con i poltroni.
Brighella indossa giacca e pantaloni decorati di galloni verdi, le scarpe nere con i pon pon verdi, un mantello  bianco con due strisce verdi, la maschera e il cappello sono neri.  E’ un servo sempre in cerca di avventure.  normalmente è lui che inizia a litigare, eè un attaccabrighe e da questa sua caratteristica prende il nome Brighella.  Suona e canta molto bene, è un tipo spiritoso e scherzoso.


                                                             
                                                                   Gianduia

 Gianduia:  la piu’ popolare maschera del Piemonte.  Gianduia nasce ad opera di un burattinaio che aveva un enorme successo con il suo burattino chiamato “Giront”.  Un contadino simpatico, arguto e furbo, un certo Gioan d’la douja, cosi’ chiamato perche’ in qualunque osteria entrasse chiedeva un boccale di vino.  Il suo abito è composto da  una lunga giacca marrone bordata di rosso, un panciotto giallo, calze rosse e pantaloni di fustagno e in testa un cappello a tre punte, il tricorno, ha un codino girato all’ insu’legato con un bel nastrino rosso.  Sul collo porta un fiocco verde oliva e un ombrello sempre dello stesso colore, le scarpsono di color nero mentre  i calzini sono  rossi.


                                                          
                                                            Rugantino          
                                       
Rugantino: è tipicamente un personaggio del Lazio, il suo nome deriva da "ruga" che significa attaccabrighe veste con un cappello rosso, alto, tipo gendarme, ha un colletto plissettato, una giacca marrone, lunga, orlata di giallo, un panciotto rosso, calze a strisce orizzontali rosse e gialle, delle scarpe con fibbia.  E’ un attaccabrighe, spesso si vanta senza averne motivo.

Paul Gouguin: Da dove veniamo? che siamo ? Dove andiamo?

L'artista nel corso della sua vita, si distaccò lentamente, dall'espressione naturalistica accentuando progressivamente l'astrazione della visione pittorica, calandosi pienamente nell'espressionismo.
Nelle sue  opere  abbondano forme piatte di colore puro estremamente  semplificate con la rinuncia alla prospettiva e agli effetti di luce e di ombra, secondo uno stile che fu chiamato sintetismo.
Nel nuovo stile di Gauguin " il cloisonnisme o sintetismo"  il colore si chiude in zone, così che la scena si presenta in superficie e si annulla ogni rapporto tra spazio e volumi, stile  al quale rimase sempre fedele pur sviluppandolo durante tutta la sua vita e portandolo a piena maturità nelle isole dei mari del Sud, quando si propose di rappresentare artisticamente l'accordo armonico della vita umana insieme a  tutte le forme naturali, secondo una concezione allora ritenuta tipica delle popolazioni primitive.
Nell'opera ritratta intitolata, l'artista si pone degli interrogativi che si rifanno alle tematiche esistenziali tipiche, da sempre, del genere umano:
Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?...
Nel periodo in cui l'artista realizzò il dipinto, scrisse ed inviò numerose lettere a vari amici ( Monfreid,Andrè Fontainas,Charles Morice), in cui esprimeva i concetti contenuti nel dipinto.
  • "Dove andiamo" è espresso dalla figura dell'anziana donna che il pittore vede prossima al passaggio ad "altra vita".
  • "Da dove veniamo" è rappresentato dalla figura simbolica del piccolo bambino adagiato in terra su di una coperta vicino a tre giovani donne.
  • Che siamo" viene espresso nella totalità delle immagini presenti 
 L'uccello raffigurato rappresenta "l'essere inferiore", mentre le due figure sinistre che si intravedono dietro ad un albero, prepongono il concetto di "uomo e scienza" l'umana specie nella sua erudita superiorità, la natura circostante è immersa in vesti paradisiache in cui l'essere umana si abbandona a gioia e felicità.
Il quadro fu realizzato in un tempo assai breve (circa un mese).
L'opera che è datata 1897 è un olio su tele di grandi dimensioni 139 x 374,5.
Viene considerata come una sorta di testamento pittorico dell'artista, in quel periodo le sue condizioni psichiche e fisiche stavano lentamente aggravandosi, in questo paradiso terreno il pittore si esprime e si consola. L'opera fu ultimata frettolosamente, ciò nonostante è una delle opere fondamentali nell'iter artistico di Gouguin. Nel 1898 fu esposta presso Vollard, mentre una copia schematica e quadrettata (disegno preparatorio), si trova al Musèe d'Art Moderne di Parigi.


  Paul Gouguin

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